Vivere di soli Sogni è sbagliato. Tuttavia, cos'è un Uomo senza Sogni?

Un Grandissimo ringraziamento a Choji, Strabixio, Dikembe e Nitro per i vecchi avatar! (e per quelli futuri)...
Quello attuale è mio.

"Erano usciti per svagarsi, Lei aveva voglia di intrattenere un bar scelto a caso di quella cartina semi sgualcita che aveva comprato solo la settimana prima, Lui era scappato di casa, per modo di dire, per trovare un boccone sano d'aria, per respirare ancora briciole di felicità. Lui non la notò all'inizio, era entrata due passi prima, aveva sentito il suo odore, ma non aveva alzato il viso, era talmente assorto nei pensieri che non si rese conto neanche di quando gli tenne la porta per farlo entrare. Non notò come lo stava fissando. Non notò che sorrideva. Si avviò prima di lei, solo quando lo sorpassò si rese conto di aver saltato gran parte del manuale da gentiluomo. Lei si era già tolta il cappotto, aveva già caldo dentro quell'ambiente gentile. La struttura era carina, pacchiana avrebbe detto qualcuno, ma a lei ispirava. Chiese un piccolo drink analcolico e osservò la sala. Il bancone era lungo, dei piccoli sgabbelli come quello dove era seduta lei lo circondavano, ma erano vuoti. Il karaoke iniziò a prendere vita, un ragazzo non troppo alto e non troppo carino era al di la dello schermo del pc, che si metteva la colonna sonora per presentarsi. Aveva scelto una canzone strana. The hardest part dei Coldplay. Non era un gruppo che la ispirava, ma almeno la conosceva. Da quella parti il rock leggero ancora andava. Entrò una stangona che la fece sorridere, fu allora che notò di nuovo l'uomo che poco prima aveva guardato, notò come fossero attratte tutte da quel fascino irregolare, silenzioso. Erano tutti li per rimorchiare, lui no. Anche Lei in quel momento si sentiva attratta, voleva sapere, la curiosità era una malattia non curabile. Lui rifiutò con un sorriso, era talmente assorto che la ragazza che si era poggiata al suo tavolino aveva dovuto dirgli due volte "scusa, posso permettermi?", chiuse gli occhi quando finalmente lasciò andare la sua mente alla fine della loro conversazione. Poteva essere estenuante anche dire poche parole, quando non si voleva. La gentilezza. Cosa era uscito a fare? Si guardò intorno e incontrò uno sguardo, timido, curioso, dolce. L'istinto di lui fu di alzarsi, ma cercò di inchiodarsi da se sulla sedia, mentre però non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Lei non fu abbastanza forte. Era come se la chiamava a gran voce. La implorava. Si sedette goffamente davanti a lui. Timida. Lui chiamò un cameriere e prese qualcosa di doppio. Si guardarono ancora. Poi Lei sorrise e Lui ebbe un tuffo al cuore. Aveva un bel sorriso. Aveva una leggera risata che sapeva di vento di primavera. Ma era solo una notte di fine estate. "